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Lo sport per disabili è lo sport per persone con disabilità fisiche, psico-mentali e sensoriali. I concetti di salute e malattia non sono più così nettamente separati: non esiste il sano ed il malato ma piuttosto chi si sa difendere, chi trova forme di equilibrio, di integrazione oppure no, e quindi viene posto in nuova luce anche il concetto di disabilità. Abbandonate le forme di pietismo o benevolenza astratta nei confronti delle persone con disabilità perché si ritiene che ogni uomo abbia degli handicap più o meno accentuati. In questa ottica lo sport è visto come comunicazione e come linguaggio, non formale bensì come modello di comunicazione degli aspetti della personalità, come una forma specifica di comunicazione che riassume vari livelli di integrazione motoria, mentale e sociale, permette l’integrazione psicosociale attraverso la partecipazione e la possibilità di scaricare tensioni o forme di blocco, rafforzando carattere, autostima ed abilità, in conclusione rende più autonoma la persona. Lo Sport come terapia è l’attività riabilitativa del “fare”, ”socializzare”, ”acquisire sicurezza” attraverso risultati misurabili e riproducibili che dimostrano scientificamente la sua capacità di stimolare le funzioni fisiche e psichiche e la giusta determinazione a fare, in alcuni casi difficilmente ottenibile con i tradizionali esercizi in palestra. Il convegno formativo dal titolo “Lo sport nella riabilitazione delle disabilità psico-fisiche” si pone l’obiettivo di promuovere la cultura dello Sport come terapia in alternativa alla riabilitazione e rieducazione convenzionale attraverso la testimonianza di esperti che sperimentano in vari centri della Campania, attraverso percorsi strutturati, esperienze di sporterapia. Questa forma di terapia, anche della competizione e del successo, si contrappone alla vecchia terapia che tendeva a medicalizzare isolando il disabile. Lo sport quindi come terapia ma anche possibilità di riscatto e di rivincita. Nel soggetto con disabilità le frustrazioni sono permanenti e per essere superate in qualche modo è necessaria la socializzazione: così come il soggetto rimane frustrato quando si rende conto che non è al pari con altri, così è necessario aiutarlo, sollecitarlo, spingerlo a partecipare insieme agli altri a gare sportive non per vincere ma per partecipare alla gara essendo già questo un successo. Infatti non è necessario che le attività riabilitative, motorie e cognitive veicolate dallo sport portino tutti i disabili alla Paralimpiadi ma che aiutino il paziente a gestire la sua mobilità nel modo migliore ed a sperimentare le proprie capacità di socializzazione ed integrazione. Lo sport quindi può arricchire la nostra vita e renderci anche più felici. La felicità e il benessere infatti derivano dalla capacità della persona di raggiungere un buono stato di salute che consente alla persona di provare piacere, esprimere benessere sociale e vivere in armonia con l’ambiente. Alla base di questa terapia è la visione di un mondo in cui la salute valore collettivo e comune sia considerata di primaria importanza, promossa e protetta dalla società, le limitazioni funzionali ed i disturbi mentali vengano prevenuti e/o contenuti e le persone siano in grado di esercitare la totalità dei loro diritti e di aver accesso, in modo tempestivo, a servizi socio-sanitari di alta qualità e sia possibile immaginare attraverso lo sport una “medicina” anche più sostenibile attraverso il risparmio di trattamenti preventivi , prestazioni riabilitative e di farmaci per le patologie dismetaboliche, dell’apparato respiratorio, dell’apparato cardiocircolatorio, del sistema osteoarticolare e nervoso, nonché del numero delle giornate di ricovero. Il convegno è organizzato dalla ASL Napoli 1 Centro in collaborazione con il Comune di Napoli, il patrocinio morale della Regione Campania e dell’Università Suor Orsola Benincasa.